venerdì 22 gennaio 2010
L' associazione Dhuumcatu invita tutti i compagni, la stampa, le televisioni a diffondere la notizia di questa morte, denunciando che Sher Khan non è morto per il freddo. Della sua morte è responsabile l'amministrazione cittadina. A causarla la pressione pscicologica che quest'uomo ha dovuto subire e che è culminata con i 40 giorni di detenzione a Ponte Galeria senza il trattamento medico a che da anni Sher Khan seguiva. Le Autorità, quando venerdì scorso lo ha rilasciato da Ponte Galeria, lo ha fatto solo per non essere responasibile di questo assassinio.
Accusiamo il Comune di Roma di aver perseguitato Sher Khan, prima sgomberandolo da via Salaria e poi lasciadolo in strada a morire, quel Comune di Roma che manda i vigili per sgomberare i giardini di Piazza Vittorio, ma che non si accorge che una persona giace a terra in una notte freddissima.
Siamo convinti che il Governo e l'amministrazione locale ha aiutato Sher Khan a morire, perché lui non ha mai abbassato la testa davanti alle discriminazione e al razzismo.
Facciamo un appello a tutti, in particolare alle amministrazioni perché partecipino alle spese del funerale in quanto la comunità pakistana ha deciso di mandare la salma in Pakistan ai suoi familiari.
La salma sarà trasferita da Roma a Milano e da Milano in aero in Pakistan.
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